Vieni a giocare con noi...

Movies have lost a lot by this new trend towards documentary realism at the sacrifice of fantasy. After all, drama is life with the dull bits cut out.

Alfred Hitchcock, 1956

Che il cinema, o almeno il cosiddetto cinema d'azione, sia a corto di idee è lampante. Da quanto tempo non nasce un personaggio iconico dal grande schermo che non provenga dai fumetti?
Gli ultimi che ricordo sono Il Gladiatore con Russel Crowe (e parliamo di 24 anni fa), Jack Sparrow con Johnny Deep (che nasce 21 anni fa), forse La Sposa in Kill Bill con Uma Thurman. Poi, tratti da libri mi vengono in mente i personaggi del Signore degli anelli, progetto che vede la luce nel 2001 e della saga di Harry Potter che inizia la sua avventura cinematografica nello stesso anno... e poi? Poi arrivano film basati su fumetti di supereroi. Ora pare sia la volta dei videogame, forse perché come forma di intrattenimento e quote di mercato hanno raggiunto la maturità e, soprattutto, come certi fumetti sono intergenerazionali1.

Quello che mi interessa però non è solo la crisi di creatività dell'industria cinematografica, ma la relazione tra le tecnologie di computer graphic introdotte massivamente negli ultimi anni nella realizzazione di film, l'utilizzo dell'IA nella gestione della produzione2 e le potenziali sinergie tra il mondo delle produzioni video e quello dei videogiochi. Nel cinema l'IA è già una protagonista nel gestire la grafica 3D, è abbastanza prevedibile che entrerà prepotentemente anche nello sviluppo dei videogiochi, non solo per rendendere gli NPC e le altre interazioni meno noiose ma anche e soprattutto allo scopo di generare situazioni e ambienti "interessanti"3, che si adattino al numero e alla tipologia di giocatori presenti sul server.

Infine c'è un'altra questione, il metaverso, di cui non si parla più ma che comunque è nella lista del "TO DO" delle grandi corporation tecnologiche. Anche in questo caso è abbastanza chiaro che le tecnologie applicate ai videogiochi, in particolare MMORPG 3D in prima o terza persona, saranno la base per qualunque realtà virtuale queste aziende abbiano immaginato (e qui si potrebbe aprire un capitolo a parte a proposito degli investimenti di Amazon nel settore e dello sviluppo di AZoth Game Engine, un neonato rispetto alle librerie Unreal...).

In altre parole, intrattenimento, informazione, relazioni sociali (e perciò anche politiche) saranno gestite da IA con gli umani relegati al ruolo di "fruitori" di contenuti, e la creatività che diventa puro passatempo non retribuito. È Il sogno di molti politici: la fine dell'intellettuale come professionista della cultura e il ritorno di un mondo in cui quel ruolo era riservato a individui che possedevano altre forme di sostentamento, come nell'antichità: ricchezza personale, un mecenate, il sussidio pubblico. Sostanzialmente la fine della democrazia come la conosciamo oggi.

Note