Magic Bus

Era diventato una trappola per topi, quel bus. Ammaliati da un film e un libro, persone di ogni continente si sono dirette verso quel desolato angolo d'Alaska alla ricerca di qualcosa. Un simbolo di fuga condiviso, di massa, globale. Così come di massa e globale rischiava di diventare l'avventura «unica» che quel libro e quel film sembrava loro promettere.

Nella vita reale abbiamo il dovere di realizzare la nostra di avventura, di cercare il nostro «luogo selvaggio», la nostra via di fuga.

Ma le esperienze raccontate possono essere rivissute ed esperite forse solo attraverso il media che le veicola: rileggendo il libro o rivedendo il film, perché un luogo non sarà mai lo stesso per persone diverse e il viaggio è diverso per ognuno. Nella vita reale abbiamo il dovere di realizzare la nostra di avventura, di cercare il nostro «luogo selvaggio», la nostra via di fuga.
Smetteranno di schiattare o di farsi soccorrere lungo la via, ora? Chissà, in Alaska probabilmente ci sono altri rifugi sperduti nel nulla e un post su Instagram potrebbe scatenare un'altra corsa all'avventura di massa, unica e irripetibile. O forse sarà un altro libro, un altro film.

web
“Into the Wild” non abita più qui (Repubblica)
L'autobus abbandonato del film "Into the Wild" rimosso dalle autorità dell'Alaska: "Motivi di sicurezza" (Repubblica)
video
libri
Rodolphe Christin Turismo di massa e usura del mondo Elèuthera 2019
Elena Croci Turismo culturale. Il marketing delle emozioni FrancoAngeli 2017

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DarkH3ron

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