«Gaming is the most dynamic and exciting category in entertainment across all platforms today and will play a key role in the development of metaverse platforms», said Satya Nadella, chairman and CEO, Microsoft. «We’re investing deeply in world-class content, community and the cloud to usher in a new era of gaming that puts players and creators first and makes gaming safe, inclusive and accessible to all».
Non c’è che dire. in questi ultimi anni di notizie interessanti me ne sono passate davanti, tuttavia nessuna aveva quel quid che mi facesse scattare la voglia di raccontarle. Però se n’è accumulate un po’ e allora cerchiamo di fare un sunto.
La top news è stata – per un periodo – il metaverso di Facebook di cui stupisce però l’inconsistenza, almeno per come è stato presentato da Meta.
Qual’è la novità che ci porta il metaverso secondo Mark Zuckerberg? Ci han buttato dentro di tutto, dall’«agumented reality» – i Google Glass, (nati nel 2014) erano concettualmente una spanna sopra – alla «virtual reality» di Second Life (che compie ormai 21 anni) il tutto abbinato a un classico visore da gaming e a una serie di app proprietarie. Sembra più un’operazione commerciale per vendere periferiche e rilancialre il titolo in borsa che l’inizio di quella rivoluzione sbandierata da Meta.
D’altra parte le rivoluzioni non si pianificano, succedono. Bisogna semplicemente esser il Vladimir Il’ič Ul’janov del momento e prontamente approfittarne.
Colpisce di più la visione dell’AD di Microsoft Satya Nadella che si compra Activision (WoW, CoD, Candy Crush ma non solo, tanto per capirci) per 70 miliardi di dollari e afferma che i videogiochi avranno un ruolo chiave nel futuro metaverso.
Ora un vero metaverso dovrebbe essere “governato” da protocolli di comunicazione condivisi, in cui diversi server possano scambiarsi i dati, in cui l’utente – con un unico programma di comunicazione (il browser 3D) – possa passare da un luogo all’altro in libertà. In altre parole come il web, non dovrebbe essere una tecnologia proprietaria. In caso contrario avremo decine di metaversi incompatibili tra loro (cioé gli oggetti e gli avatar di un metaverso difficilmente potranno passare a un altro metaverso… e questo limiterebbe la libertà delle persone e le possibilità di sviluppo di una meta-economia sana, di una meta-cultura viva e attrattiva. In questo panorama qualcuno si sta attivando e l’introduzione di token blockchain in questa pletora di ambienti diversi potrebbe garantire un minimo di interoperabilità e libertà economica per gli utenti.
L’idea originale di un unico metaverso che comprenda anche tutto il web è lontana, insomma.
Lo so, esiste da anni (dal 1995) il VRML, l’equivalente 3D dell’HTML, ma non si è mai imposto come linguaggio e il suo sviluppo è fermo. Nemmeno il successore ufficiale (X3D) sta avendo fortuna e sono nate schiere di standard alternativi e concorrenti. Vedremo, aspettiamo sviluppi.
Ad ogni modo, se vi piacciono gli scenari cyberpunk alla Neuromancer, evocati da qualcuno parlando di metaverso, date un occhio a cosa combina il solito Elon Musk con Neuralink. Prima, in un esperimento su uno scimpanzé, ha dimostrato che questo riusciva a controllare con il pensiero una consolle di gioco. Per carità, giocava a pong, ma fa impressione lo stesso. Poi si pone l’obiettivo di impiegare la tecnologia in campo medicale, per malati tetraplegici, con la SLA e altre malattie invalidanti, Piccoli innesti cerebrali et voilà ti controllo il telefonino o la smart home con la mente. E ci gioco a Civilization VI. Mettete questo assieme a Starlink, sempre del vulcanico Musk, e avrete un panorama su cui sbizzarrire la vostra fantasia malata…
Ah, no, fermi tutti! C’è dell’altro. La FinalSpark offre la possibiità di sperimentare reti neurali biologiche, realizzate con neuroni umani…
La seconda notizia che voglio sottoporvi non è così interessante e «colorata» come la prima, è una notizia più tecnica ma è comunque significativa di un interesse sempre alto per le tecnologie quantistiche.
Riguarda le batterie quantistiche, perché sì, esistono batterie quantistiche, almeno in teoria. E sembra abbiano una particolarità: più sono grandi prima si ricaricano… Anche se si tratta di uno scenario futuribile, queste ricerche – lo ripeto – sono il segno di un interesse a tutto campo per questa tecnologia. E ne potrebbe beneficiare quella parte di ricerca che è a caccia della supremazia quantistica1, risultato più volte sbandierato ora da Google, ora dalla Cina.
Però l’evento realmente impattante degli ultimi tempi è naturalmente l’ingresso dell’IA nella nostra vita di tutti i giorni. Ma di questo riparleremo, perché tout se tient…
N.B. Supremazia quantistica non vuol dire che il primo che la raggiunge diventa il padrone del mondo, vuol solo dire che il primo che arriva ha dimostrato la supremazia del calcolo quantistico su quello digitale. Un po’ come dimostrare che con la calcolatrice si è più veloci a far di conto che con l’abaco… ↩